L'immersione nel nero

 




In alto un cellulare del quale siamo attratti e di cui non possiamo fare a meno. Una finestra sul resto del mondo, direbbero i più ferventi sostenitori delle magnifiche sorti e progressive. Ci dimentichiamo, forse, a volte, sarebbe necessario chiudere la finestra.

In basso il Quadrato nero di Malevic. A primo impatto, questo potrebbe sembrare qualcosa di insignificante, qualcosa che, per il sentito comune, "potrebbe fare anche un bambino". Tuttavia nella sua prima esposizione al pubblico questo venne posizionato nell'angolo alto di una stanza. Una posizione curiosa, proprio quella secondo cui nella chiesa ortodossa venivano posizionati i crocifissi. Il Quadrato nero allora rappresenta una porta per parlare con la divinità. E' nero, ovvero la somma di tutti i colori: in un certo senso rappresenta tutto. Tutte le immagini, i pensieri, il nostro agire sulla terra,  se mischiati, sono in quel quadrato nero. Visto da vicino poi si osserva che il colore sul quadrato non è uniforme, ma irregolare. Improvvisamente ci rendiamo conto che la perfezione non esiste, nemmeno nelle divinità.

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