L'incipit

 

(p)ossessione

 

Bisogna abituarsi al ticchettio metodico delle lancette di un orologio. All’inizio darà fastidio, poi entrerà a far parte di noi, fino a scandire la nostra vita più del battito cadenzato del cuore. L’assenza del ticchettio dal quale si è assuefatti sarebbe un piccolo arresto cardiaco. Tommaso non era ossessionato dalle lancette dell’orologio, anzi, probabilmente non ne aveva mai viste: forse suo nonno una volta gliene aveva parlato, ma ormai erano anni che il tempo veniva regolato dagli orologi digitali.

Spiaggia bianca con cocktail ‘Sex on the Beach’ sorseggiato da una sua compagna di liceo: malizioso, cuore. Paperella che si inciampa con sottofondo musicale una canzone buffa: sorriso, ma non ne vale la pena. Un ragazzo che palleggia in centro a Parigi: non si ricorda esattamente chi fosse, un amico di quelli che si incontrano al mare e poi si perdono di vista, cuore per la foto carina. E quindi scrolla, scrolla, scrolla. Tommaso non faceva niente di più di quello che facevano i suoi compagni e amici: guardava il mondo attraverso la finestra del suo smartphone.

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